Visite in ospedale: le regole del buon visitatore

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Visite in ospedale: le regole del buon visitatore

Stare accanto ai propri cari durante la degenza è importante, ma rispettare le buone prassi per le visite in ospedale lo è altrettanto.

Ogni ospedale stabilisce diritti e doveri di pazienti, visitatori e operatori sanitari. Se alcune disposizioni – come il divieto di fumare – sono prescritte per legge, tanti altri comportamenti sono disciplinati dal regolamento interno di ogni singolo istituto.

La maggior parte dei regolamenti condivide alcuni punti essenziali, che derivano perlopiù dal buonsenso, ma anche da fondamenti di igiene, infettivologia e medicina preventiva.

Le norme fondamentali sono davvero molto semplici da attuare, ma questo non vuol dire che siano superflue: un piccolo accorgimento, in ospedale, può davvero evitare un peggioramento delle condizioni cliniche.

 

Regola numero 1: disinfettare le mani

La pulizia accurata delle mani è la regola aurea dell’igiene.
Non solo per le visite in ospedale, ma in tutti gli ambiti della vita quotidiana, le mani rappresentano uno dei più frequenti veicoli di infezione. Proprio per prevenire questo rischio abbiamo installato, nei nostri reparti, i dispenser che erogano il gel disinfettante.

Un’infezione banale e facilmente curabile in un soggetto sano, può essere invece fatale per una persona malata, poiché rischia di rompere il delicato equilibrio delle sue funzioni vitali. Nel periodo influenzale, che va da novembre a marzo, si dovrebbe porre particolare attenzione al lavaggio frequente delle mani.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene così importante sensibilizzare la popolazione su questa accortenza, da aver istituito la Giornata Mondiale dell’igiene delle mani, che si celebra nel mese di maggio. Ogni anno, secondo l’OMS, centinaia di milioni di pazienti contraggono infezioni associate alla degenza in ospedale, la maggior parte delle quali prevenibile con una buona igiene delle mani.

Sulla loro superficie vivono oltre 150 specie di batteri, alcuni innocui, altri potenzialmente molto pericolosi. Il 60% di noi non si lava le mani nel modo corretto e non le asciuga accuratamente: una disattenzione non da poco, se si considera che in presenza di umidità la velocità di trasmissione dei batteri aumenta di circa 500 volte.

Un’infografica del Ministero della Salute spiega nel dettaglio come lavarsi le mani.

 

Non accedere ai reparti se si è malati e non portare con sé i bambini

Sarebbe decisamente poco saggio fare le visite in ospedale se si è malati o se di recente si sono manifestati sintomi di malessere come vomito, diarrea, febbre, nausea, tosse o eruzione cutanea.
Il modo migliore per prevenire l’influenza (prevenendo così anche la possibilità di contagiare gli altri) è vaccinarsi ogni anno. Ciò vale in particolare per i pazienti a rischio, i visitatori e gli operatori sanitari.

Nella maggior parte dei casi l’accesso ai minori di 12 anni è vietato, a meno che non siano state richieste e concesse deroghe particolari. Le infezioni possono essere particolarmente pericolose per i bambini, inoltre l’ambiente ospedaliero potrebbe non essere adatto alla sensibilità emotiva dei più piccoli.

Chiedere permesso agli operatori prima di introdurre cibo, piante e altri oggetti

Le lasagne della mamma, i dolcetti più buoni della città, una cesta di frutta fresca, il Panettone a Natale: tutti noi vorremmo allietare la permanenza dei nostri cari e fare il possibile per “riprodurre” l’aria di casa.

Nonostante le buone intenzioni, questi comportamenti andrebbero evitati.

In ospedale ogni paziente segue una dieta clinica personalizzata, calibrata sulle sue esigenze nutrizionali. Alimentarsi in modo corretto è parte del processo di cura ed è importante tanto quanto le terapie e i farmaci. È buona norma consultare il personale sanitario prima di introdurre nei reparti qualsiasi tipo di alimento e attenersi alle sue indicazioni.

Sempre a proposito di cibo, è molto importante non mangiare dal vassoio del paziente. Il desiderio di regalare ad amici e parenti un momento di condivisione e convivialità, o la preoccupazione di “non buttare via nulla”, sono comportamenti auspicabili nella vita quotidiana, ma non in ospedale: mai maneggiare gli oggetti destinati ai malati e consumare i loro avanzi.

L’appetito infatti è un indicatore fondamentale in medicina e gli addetti all’assistenza hanno il compito di monitorarlo, controllando se i pazienti mangiano. Svuotare i piatti o il vassoio può trarre in inganno OSS e infermieri, inducendoli a pensare che il paziente abbia mangiato tutto. Il buonsenso suggerisce di lasciare il vassoio esattamente come il paziente lo ha lasciato.

Quando il ricovero si potrae a lungo, può sembrare un’idea carina quella di arredare la camera, di “umanizzarla” e renderla più accogliente, magari con una piantina o un bel mazzo di fiori.

Ma anche questi potrebbero rappresentare un rischio, essendo veicolo di spore fungine. Rispetto al cibo, sulle piante e i fiori potrà esserci maggiore elasticità da parte degli operatori sanitari, che reputeranno caso per caso se accettare o meno la richiesta del visitatore.

 

Rispettare gli spazi e non creare confusione

Mantenere la suoneria del cellulare a volume ridotto, parlare a bassa voce, non sostare nei corridoi, non occupare gli spazi degli altri pazienti, limitare il numero delle persone presenti nello stesso momento in una camera.

Fare attenzione a questi elementi è sufficiente per garantire la quiete e il rispetto di tutte le persone ricoverate durante le visite in ospedale. Ridurre il numero di persone e le occasioni di contatto fisico tra le persone (o con gli effetti personali dei degenti) è anche una precauzione contro le contaminazioni e le infezioni.

Per questo bisogna astenersi da tutte quelle azioni che possono ostacolare il lavoro degli operatori o favorire la trasmissione batterica. A tal proposito non bisognerebbe mai cambiare le lenzuola, portare oggetti ingombranti o coperte da casa, sedersi sul letto dei pazienti, usare i servizi igienici delle camere di degenza. “Compostezza” è la parola d’ordine.

 

Evitare racconti drammatici

In genere, chi è riceverato per sottoporsi ad un intervento, una terapia o un esame diagnostico tende a sentirsi scoraggiato, impaurito e indifeso.

Anche se ciò non vale per tutti e in tutte le condizioni cliniche, non dovremmo mai dimenticare che quando ci rechiamo in un reparto a trovare i nostri cari incontreremo anche tante altre persone e storie di cui non sappiamo nulla. Le nostre parole possono avere un effetto negativo sugli altri, dunque i sentimenti cupi e i racconti di eventi tristi dovrebbero essere lasciati fuori dalla porta, soprattutto se riguardano esperienze di malattia.

 

Eccezioni

Vi possono essere, infine, norme specifiche per i singoli reparti o le singole camere. Ad esempio in presenza di pazienti cardiopatici è buona norma ridurre al minimo l’utilizzo degli smartphone, in quanto può interferire con i dispositivi pacemaker e con il normale funzionamento delle apparecchiature mediche.

Per quanto riguarda gli orari di visita e il numero delle persone ammesse, di solito vigono regole ben precise, diverse per ogni ospedale. Se la struttura è dotata – come nel nostro caso – di camere a maggior comfort ospedaliero, in queste camere il numero dei visitatori consentiti può essere maggiore e gli orari di visita più flessibili, per consentire ad uno o più parenti di sostare anche al di fuori degli orari canonici.

 

 

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