Ritrovare la normalità dopo un problema al cuore: la riabilitazione cardiologica

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Ritrovare la normalità dopo un problema al cuore: la riabilitazione cardiologica

Ritornare alla vita normale dopo un infarto, un ricovero per scompenso cardiaco o un intervento cardiochirurgico, può essere una sfida importante tanto per i più giovani, quanto per le persone in là con gli anni. L’obiettivo del reparto di riabilitazione cardiologica è proprio quello di vincere questa sfida, attraverso un programma di interventi personalizzati e multidisciplinari. Ne parliamo con il Dott. Giuseppe La Rosa, che in Santabarbara Hospital è Responsabile dell’Unità Funzionale di Cardiologia, dell’Unità funzionale di Riabilitazione Cardiologica e dell’Ambulatorio di Cardiologia 1.

giuseppe la rosa cardiologo - santabarbara hospital gelaA chi si rivolgono le prestazioni che rientrano nel campo della riabilitazione cardiologica?

«Sono fondamentalmente tre le categorie di pazienti che tipicamente possono usufruire di ricovero in cardiologia riabilitativa, e cioè pazienti che sono stati sottoposti ad intervento cardiochirurgico, pazienti che hanno avuto un recente infarto miocardico acuto, pazienti con scompenso cardiaco. A questi si aggiungono pazienti affetti da grave arteriopatia degli arti inferiori. Infine una categoria nuova, i pazienti con recente infezione da Covid-19 complicata da insufficienza respiratoria o che abbiano avuto una miocardite o pericardite da Covid-19».

Qual è la durata di un programma di riabilitazione cardiologica e come si stabilisce tale durata?

«La durata e la tipologia di ricovero variano a seconda delle necessità del singolo paziente, poiché il trattamento va adattato alla patologia motivo del ricovero, all’età e alla presenza di comorbidità, cioè di altre patologie concomitanti. Si va da un minimo di due settimane ad un massimo di 45 giorni per i pazienti post chirurgici».

Quali sono gli obiettivi della riabilitazione? Coinvolge solo l’attività motoria o prevede una “rieducazione” del paziente a tutto tondo?

«La riabilitazione deve mirare a restituire al paziente una vita quanto più possibile “normale” e simile a quella che ha preceduto l’evento acuto. Quindi prevede la riabilitazione fisica, ma anche psicologica, oltre che aggiustamenti terapeutici, interventi di educazione alimentare e trattamento di eventuali comorbidità».

Quali esercizi vengono effettuati e in che cosa si differenzia dalla “normale” attività fisica?

«Gli esercizi variano secondo le caratteristiche dei singoli pazienti. Ad esempio il paziente post chirurgico necessita soprattutto di riabilitazione e rieducazione respiratoria, il paziente post scompenso deve riabituarsi anche a fare minimi sforzi. Il vantaggio più importante è quello di fare attività fisica guidata, mirata e con il controllo dei parametri vitali, in particolare quelli strettamente cardiologici: frequenza cardiaca, eventuali segni di “sofferenza” cardiaca ed eventuali aritmie».

Ci sono delle “categorie” di pazienti che rispondono meglio alla riabilitazione?

«Ancora una volta dipende dal paziente e dalle aspettative. Il paziente giovane post chirurgico è quello che dà le risposte più rapide ed evidenti. Di contro, il paziente anziano, magari post scompenso cardiaco acuto, è quello che ti dà le risposte più sorprendenti. Purtroppo spesso – troppo spesso – il paziente è disabituato a svolgere attività fisica».

Di quali strumenti e attrezzature è dotata la riabilitazione cardiologica del Santabarbara Hospital?

«In Santabarbara Hospital abbiamo tutti gli strumenti per la valutazione del paziente, quindi elettrocardiogramma, monitoraggio elettrocardiografico continuo, ecocardiogramma (di base e durante stress), la nuovissima apparecchiatura per il test cardiopolmonare. E poi una palestra apposita, attrezzata con tutto quello che occorre per ottenere un’adeguata riabilitazione del paziente».

Da quali figure è composto il team che si prende cura del paziente?

«L’attore principale è sicuramente il fisioterapista, e non uno generico, ma un fisioterapista specializzato in cardiologia riabilitativa. Ovviamente lavora insieme al cardiologo, al fisiatra, agli infermieri, e con l’eventuale contributo di altre figure professionali, quali altri medici specialisti, lo psicologo, l’assistente sociale, il nutrizionista».

Che cosa accade dopo la dimissione dal percorso di riabilitazione cardiologica? Vengono effettuati dei follow up?

«Il post dimissione varia ancora una volta da paziente a paziente e soprattutto in relazione a quella che è stata la patologia motivo del ricovero».

Chi è che indirizza il paziente verso un percorso di questo tipo e qual è l’iter di presa in carico in Santabarbara Hospital?

«In linea di massima il paziente di cardiologia riabilitativa è un paziente post acuto, quindi la maggior parte dei ricoveri avvengono per trasferimento diretto da un reparto di Cardiologia o di Cardiochirurgia. È possibile anche il ricovero su proposta del medico di base, ma sempre nell’immediato post acuto, quindi dopo un ricovero in un reparto per pazienti acuti».

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Per maggiori informazioni scrivi a: giuseppe.larosa@santabarbarahospital.it