
29 Ott Protesi ginocchio e anca: tutto quello che c’è da sapere
La necessità di dover inserire una protesi di ginocchio o all’anca può essere causa di ansia e disagio nel paziente. Conoscere come si svolge l’intervento è fondamentale per sconfiggere la paura.
Approfondimento a cura del Dr. Fabio Bernetti, Responsabile Raggruppamento chirurgico – Dirigente U.F. Ortopedia – Ambulatorio Ortopedia 1
Sottoporsi ad un intervento chirurgico non è mai un’esperienza piacevole, anche quando l’operazione ha una buona percentuale di riuscita e non genera effetti negativi a lungo termine, se non in una percentuale molto bassa. Quando si pensa all’inserimento di una protesi al ginocchio o all’anca si va incontro anche a una certa riluttanza per via della natura stessa dell’intervento, percepito come invasivo e invalidante.
Ma cosa bisogna aspettarsi realmente da un impianto di protesi di ginocchio ?
Innanzitutto bisogna liberarsi dall’idea che l’inserimento di una protesi coincida necessariamente con la rimozione completa di un’articolazione. L’obiettivo dell’intervento è infatti quello di individuare e rimuovere solo le parti di cartilagine danneggiate. Durante l’operazione viene scoperto l’osso subcondrale sul quale si attacca la cartilagine consumata, che verrà sostituita con impianti costituiti da metallo e polietilene nel caso del ginocchio e metallo-lega di titanio e ceramica nel caso dell’anca.
L’intervento di solito dura circa un’ora, ma il tempo di permanenza in sala operatoria è di circa 2 ore, considerato che va prevista la fase pre operatoria e quella post operatoria, che descriveremo di seguito. Non è particolarmente complesso e in genere non va incontro a complicazioni di rilievo, specie se eseguito in strutture professionali e accreditate, dove si esegue un grande numero di interventi. Bisogna comunque calcolare che ogni paziente è una storia a sé e che eventuali complicanze possono dipendere da molti fattori e dalle patologie pregresse del paziente.
Descriviamo in maniera riassuntiva l’iter operatorio, per aiutare il paziente ed affrontare con consapevolezza l’intervento, allontanando dubbi e paure.
Fase pre operatoria
- È fortemente raccomandato che il paziente non beva e non mangi a partire dalla mezzanotte prima dell’operazione.
- L’orario di arrivo consigliato in ospedale è sempre fissato il giorno prima dell’intervento per le protesi totali di anca e ginocchio. Nel caso delle protesi monocompartimentali si arriva in ospedale il giorno stesso dell’intervento – almeno 2 ore prima – per compilare la documentazione necessaria e preparare il paziente ad entrare in sala operatoria. Una volta assolte le formalità burocratiche il paziente sarà accompagnato dagli infermieri o ausiliari nella sua stanza, e sarà informato e preparato per l’operazione.
- Prima dell’intervento sarà possibile svolgere un colloquio con il chirurgo che eseguirà l’intervento, per poter chiarire eventuali dubbi scaturiti dalla lettura della scheda informativa rilasciata al momento della visita ambulatoriale. Dopo il colloquio il paziente dovrà firmare il consenso specifico all’intervento. Verrà quindi marcato l’arto da operare e verrà consegnato del materiale disinfettante, con il quale il paziente dovrà lavare l’arto prima di indossare l’abbigliamento con il quale sarà accompagnato in sala operatoria.
- Giunto in sala operatoria verrà inserita una cannula al braccio, che garantirà la somministrazione di farmaci e antibiotici. Verrà eseguita la terapia antibiotica prescritta e solo dopo si somministrerà l’anestesia che è stata stabilita dall’anestesista nella fase del prericovero. Ormai si tratta sempre di una anestesia periferica, che addormenta solo la gamba da operare eseguendo una puntura nella regione lombare (anestesia spinale). Nel caso delle protesi monocompartimentali del ginocchio si effettuano anche delle anestesie locali, addormentando solo il ginocchio da operare. Potrà essere applicato un catetere vescicale e dei gambali o calze elastiche che prevengono la formazione di coaguli di sangue nelle gambe. Le trombosi venose infatti rappresentano un effetto collaterale tipico di questi interventi ma, proprio per questo, prevenibili.
Durante l’operazione
- La gamba viene preparata con l’applicazione di una soluzione sterilizzante e dei teli sterili che isolano la zona di incisione. A quel punto il chirurgo esegue l’ultima verifica per confermare l’arto da operare e presenta l’equipe operatoria che sta eseguendo l’intervento. Solo dopo incide l’arto da operare ed esegue l’intervento secondo la pianificazione eseguita sulle radiografie dell’arto da operare.
- Eseguito l’impianto della protesi di ginocchio o di anca il chirurgo verificherà la stabilità della protesi e il movimento articolare ottenuto, che si realizza equilibrando i legamenti del ginocchio o la capsula nell’anca per ottenere un risultato ottimale.
- In genere gli impianti vengono fissati all’osso con il cemento nel caso delle protesi di ginocchio, e a pressione dentro l’osso nel caso delle protesi di anca.
- La ferita sarà richiusa strato per strato, con punti di sutura riassorbibili. Viene applicato un bendaggio sterile e, se necessario, un drenaggio che permetterà di drenare il sangue fuoriuscito dalla sede di intervento. Il sangue verrà raccolto in un apposito sistema di raccolta e, una volta filtrato, verrà nuovamente reinfuso al paziente.
Fase post operatoria
- Il paziente verrà trasferito nella sala post operatoria, dove sarà monitorato e dove verrà eseguita la radiografia di controllo. Con l’autorizzazione dell’anestesista sarà riaccompagnato nella sua camera di degenza.
- Una delle paure più grandi dei pazienti è quella del dolore post operatorio. Inutile dire che è normale che il ginocchio faccia male dopo l’intervento ma l’anestesista del Santabarbara Hospital eseguirà una serie di procedure e terapie mediche per ridurlo al minimo. Rimane comunque fondamentale l’atteggiamento positivo e fiducioso del paziente nei confronti del proprio dolore che, per quanto inevitabile, è passeggero e innocuo.
- Una volta in camera di degenza il paziente verrà affidato alle cure dei fisioterapisti, che provvederanno a mobilizzarli in tempi rapidissimi. Il recupero funzionale riduce il rischio di origine vascolare e mantiene alto il tono dell’umore.
Quella che abbiamo fornito è una guida generale. Ogni organismo risponde in maniera diversa a un’operazione chirurgica ma in generale, per il tipo di interventi descritti, è ragionevole immaginare un decorso tranquillo. L’intervento può essere completato, sempre presso la nostra struttura, con il trattamento riabilitativo, al termine del quale il paziente potrà riprendere normalmente la sua vita.
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