
30 Apr Mai sottovalutare una cefalea improvvisa. Intervista alla neurologa Simonetta Incardona
La cefalea non è solo un disturbo a sé stante, ma può essere anche il sintomo di una alterazione cerebrale.
Allo stesso modo, alterazioni sensorie o motorie come i formicolii o una perdita di equilibrio mai sperimentata prima, vanno indagati per escludere cause organiche che interessano il sistema nervoso.
La neurologia, infatti, è una disciplina complessa e fortemente interdisciplinare. Interessa tutto il nostro corpo, perché tutto il nostro corpo è attraversato da nervi.
Nel corso dei secoli, la Neurologia ha subito riformulazioni teoriche sostanziali, che ne hanno messo a fuoco il compito specifico, differenziandola rispetto ad altre branche mediche “adiacenti”, come la Psichiatria. Inoltre, i pazienti neurologici sono quelli che, più di tutti, hanno subito pregiudizi e discriminazioni, a causa del senso di paura e “inquietudine” trasmesso da alcuni sintomi, soprattutto di natura epilettica.
Ci spiega tutto la Dott.ssa Simonetta Incardona, Dirigente del reparto di Neurologia di Santabarbara Hospital.
Dott.ssa Incardona, quali sono le patologie di pertinenza neurologica?
La Neurologia è una branca specialistica della Medicina che abbraccia malattie del Sistema Nervoso Centrale (cervello, cervelletto, tronco encefalo, e midollo spinale), del Sistema Nervoso Periferico Somatico (radici e gangli spinali, plessi e tronchi nervosi,) e del Sistema Nervoso Periferico Autonomo (gangli simpatici e parasimpatici, plessi extraviscerali e intraviscerali).
Sono quindi di pertinenza neurologica le malattie cerebrovascolari, le malattie degenerative, le malattie traumatiche, l’epilessia, le malattie infettive e infiammatorie, le neoplasie.
Ci sono dei sintomi che, più di altri, possono far pensare a una patologia neurologica?
Certamente. Un disturbo sensitivo o motorio di improvvisa insorgenza deve essere sempre indagato nelle giuste sedi, nonché una cefalea mai accusata prima dal paziente.
Ci sono delle età o delle categorie più a rischio di altre?
Direi di sì. Le patologie neurologiche acute possono riguardare maggiormente i soggetti dalla 6 decade di vita in poi per la parte relativa alle patologie vascolari; basti pensare alla grossa fetta degli ictus cerebrali, siano essi ischemici o emorragici.
Invece le patologie demielinizzanti colpiscono soprattutto soggetti di sesso femminile che si trovano nella terza o quarta decade di vita.
Purtroppo, una patologia frequente come la cefalea può colpire in maniera trasversale tutte le età, essendo la spia di disordini neurologici, anche di una certa rilevanza. Una buona anamnesi neurologica, ovvero una conoscenza completa della storia clinica del paziente, è sempre alla base di un corretto indirizzo diagnostico e dunque terapeutico.
Quali sono i fattori di rischio e come si fa una buona prevenzione neurologica?
Esistono fattori di rischio modificabili e non modificabili. Tra i fattori di rischio non modificabili vi sono l’età e il nostro corredo genetico. Superare la sesta decade ci rende più vulnerabili ai disturbi cerebrovascolari; inoltre se in famiglia uno o entrambi i genitori hanno presentato un ictus bisogna indagare se nei discendenti vi sono dei fattori di rischio . E qui subentra il neurologo che, dopo attenta indagine anamnestica potrebbe indirizzare verso gli accertamenti più opportuni da eseguire.
Per quanto riguarda i fattori modificabili (ovvero quelli che dipendono da noi e dal nostro stile di vita), sicuramente un fattore di protezione è l’alimentazione ricca in fibre, frutta, verdura, omega 3 e pesce azzurro. Fare attività fisica almeno due-tre volte alla settimana è importante, così come evitare l’assunzione di sostanze psicotrope, alcolici e sigarette.
Quali sono gli specialisti o le figure professionali di cui il neurologo si avvale più spesso?
L’approccio al paziente neurologico è necessariamente di tipo multidisciplinare. Dobbiamo infatti considerare che la Neurologia tratta il Sistema Nervoso Centrale e Periferico, coinvolgendo il distretto cerebrale e quello relativo a muscoli e nervi, dunque sostanzialmente tutto il corpo umano.
Per la parte relativa al Sistema Nervoso Centrale ci si avvale della collaborazione dei colleghi Radiologi, Neurochirurghi, Cardiologi, Infettivologi, Internisti, Anestesisti.
Per la parte relativa al Sistema Nervoso Centrale ci si avvale di Ortopedici e Fisiatri, mentre si consultano Otorini e Oculisti nel caso di patologie “a cavallo” tra i due sistemi.
Per ciò che concerne la parte strumentale ci si avvale dei Tecnici di Neurofisiopatologia. Inoltre un approccio olistico (cioè attento all’unità e all’integrazione psico-fisica del soggetto) prevede l’ausilio degli Psicologi e dei Pedagogisti clinici, anche in relazione alla somministrazione di test specifici che permettono di individuare le correlazioni anatomopatologiche.
Dunque la partita che si svolge con il paziente neurologico mette in campo vari attori e, almeno in una prima fase, la regia viene curata del Neurologo.
Quali sono gli esami diagnostici più utilizzati in Neurologia?
Sicuramente le neuroimmagini dell’encefalo. Ma anche gli studi di elettroneurofisiopatologia quali l’elettroencefalogramma, l’elettromiografia, i potenziali somatosensoriali e i potenziali evocati. Il tutto viene attentamente discriminato da una corretta anamnesi neurologica al fine di indirizzare il paziente verso il più corretto approccio diagnostico e dunque terapeutico.
La patologia neurologica della quale ci si vergogna di più?
Da studiosa e amante del mondo dell‘epilessia, posso dire che questa malattia rappresenta un grande tabù.
Per antichi retaggi storici e socio-culturali e storici, l’epilessia, ancora oggi, viene quasi “sussurata” dal paziente. Come se essa fosse ancora quell’antico e oscuro morbo inflitto da un demone impazzito.
Oggi per fortuna conosciamo bene tutto il processo organico che sta alla base dell’epilessia. Tecnicamente, il substrato fisiopatologico consiste in una ipereccitabilità cellulare che, superati dei livelli soglia, determina la scarica epilettogena con le conseguenti crisi epilettiche. I soggetti affetti, a parte le problematiche di ordine diagnostico e terapeutico (il 30% dei casi è farmacoresistente, cioè non risponde alla terapia farmaceutica) sono spesso vittime di pregiudizi, discriminazioni e limitazioni a livello sociale e nei contesti più disparati, dalla scuola, al posto di lavoro, alla guida di mezzi stradali, allo sport.
L’epilessia, salvo rari casi, risponde bene a tutta una serie di strategie terapeutiche che garantiscono la risoluzione nel 70% dei casi. Sono molto importanti l’anamnesi neurologica e la parte strumentale con l’effettuazione dell’elettroencefalogramma.
Rivolgersi al neurologo garantisce anche approcci clinico-terapeutici che consentono a questi pazienti una vita del tutto normale. Oggi abbiamo a disposizione nuovi farmici e molecole decisamente interessanti, con minori effetti collaterali sulle funzioni cognitive, anche dal punto di vista cardiologico, e con meno interferenze con altri farmaci. Tutto questo permette di gestire questa patologia cronica in maniera efficace e sicura, sfatando il mito di malattia incurabile o spaventosa.
Che relazione c’è tra la neurologia e la psichiatria? Come capire a quale specialista rivolgersi?
In realtà, in Italia fino agli anni ‘70 la vecchia scuola universitaria adottava la dicitura Neuropsichiatria, includendo così sia le patologie della mente, che sono di pertinenza psichiatrica, che quelle organiche, oggetto della neurologia.
Dopo la riforma ispirata a Franco Basaglia, le due branche furono separate.
Sostanzialmente la Neurologia include malattie con una specifica lesione cerebrale in una o più sedi dell’encefalo e/o del midollo spinale; parliamo dunque di un danno meramente “organico”, documentabile con opportuni esami clinico-strumentali.
La psichiatria invece, dal greco “cura dell’anima”, è una branca della medicina che si prende carico della cura, della prevenzione e della riabilitazione di pazienti affetti da malattie mentali.
A volte, le due branche possono embricarsi l’una con l’altra, essendo corpo e mente un unicum. Ma ciò non accade sempre, perché non è detto che una patologia del sistema nervoso porti con sé una patologia della mente, e viceversa.
Qual è, secondo la sua esperienza, lo “stato dell’arte” della neurologia siciliana?
La neurologia siciliana è di ottimo livello. Vi sono Aziende Ospedaliere e strutture private in convenzione eccelse, che offrono al paziente un servizio di altissima qualità.
Quale consiglio possiamo dare ai nostri lettori? C’è qualcosa che le preme osservare/dichiarare/far notare?
Ascoltare il proprio corpo. Una cefalea non va automedicata e sottovalutata. Potrebbe essere la spia di alterazioni cerebrali più o meno importanti. Allo stesso modo, i formicolii o i deficit improvvisi di forza alle mani, al viso e al corpo in genere; improvvise asimmetrie facciali, alterazioni dell’equilibrio e della deambulazione. In giovani donne, possono rappresentare un segnale importante anche improvvisi disturbi sfinterici.
In poche parole il nostro corpo parla, anche del nostro sistema nervoso. Pertanto una visita neurologica potrebbe dirimere i dubbi.
Scopri come possiamo aiutarti a prevenire e curare le patologie neurologiche