
29 Lug Chirurgia a misura di bambino con l’anestesia ecoguidata. La storia della piccola Gaia
Oggi l’esperienza di un intervento chirurgico può essere decisamente meno traumatica grazie all’anestesia loco-regionale ecoguidata. Lo testimonia, tra le tante storie, quella di Gaia, raccontata dalla mamma e dalla Dottoressa Teresa Puglisi
Vorrei iniziare questo mio racconto partendo dagli attimi che hanno preceduto l’ingresso di mia figlia in sala operatoria. In quei momenti l’ansia era a mille, lo leggevo nei suoi occhi e negli occhi di mio marito. E sapevo per certo che anche loro potevano leggerlo nei miei.
Angela è la mamma di Gaia, una bimba di 9 anni vispa e allegra. Gaia ha sempre goduto di ottima salute: non ha mai subito interventi e non è mai stata dal dentista. Da grande, vuole fare la ballerina di danza classica.
Sfortunatamente, un giorno subisce una frattura del radio, l’osso laterale dell’avambraccio. Per la prima volta dovrà entrare in una sala operatoria.
Oltre all’ansia per l’intervento, la paura più grande era per il momento dell’anestesia. Come avrebbe reagito il corpicino di una bimba a quella maledetta/benedetta iniezione?
Dal nostro ingresso in clinica, Gaia non aveva più smesso di chiedermi dell’anestesia: voleva che fosse bella forte per attutire un po’ quel dolore che si portava dietro da giorni.
Solo due cose ci davano la forza di non cadere nello sconforto: la prima era la serenità che ci trasmettevano i medici; la seconda era la presenza in sala operatoria del nostro “angelo” Teresa, l’anestesista che poco prima era entrata in camera per vedere la piccola Gaia e accarezzarle la guancia con il suo sorriso rassicurante.

Dott.ssa Teresa Puglisi – Responsabile del Servizio di Anestesia e Rianimazione Santabarbara Hospital
Proprio in quel momento, la Dottoressa ci parlò dell’anestesia loco-regionale ecoguidata, una procedura molto efficace e con pochi effetti collaterali. Avrebbero fatto una punturina sotto l’ascella e la bimba non avrebbe sentito niente, nessun dolore.
Pochi minuti dopo, Gaia e Teresa si sono avviate verso l’ingresso della sala operatoria. Ci hanno sorriso e hanno chiuso la porta.
Ricoverata alle 8 del mattino, dopo un digiuno di sole 5 ore, la bambina viene operata alle 10 dal Dott. Catanese.
Durante l’intervento è vigile e serena grazie all’esecuzione, da parte dell’anestesista, di una anestesia loco-regionale con blocco ascellare ecoguidato. Continua persino a guardare sul cellulare i suoi cartoni animati preferiti.
Ma andiamo per ordine.
Che cos’è l’anestesia loco-regionale?
L’ anestesia è una procedura volta ad eliminare la sensibilità e il dolore durante un intervento chirurgico o un’operazione invasiva. Può essere locale, totale o loco-regionale.
Nell’anestesia locale, ampiamente utilizzata in ambito dermatologico, il farmaco anestetico viene iniettato direttamente nella superficie su cui il medico interverrà.
Nell’anestesia totale (o generale) il farmaco è somministrato per via endovenosa oppure attraverso un tubo endotracheale. Essa comporta, oltre all’eliminazione della sensibilità e del dolore, anche la perdita della coscienza. Gli effetti collaterali del post-operatorio (gola dolente, nausea, disorientamento, vomito) possono essere mal tollerati dal paziente, soprattutto se si tratta di bambini o anziani.
L’anestesia loco-regionale, infine, agisce solo sulla zona interessata dall’intervento chirurgico ma, a differenza di quella locale, è in grado di anestetizzare porzioni anatomiche più estese e profonde, attraverso il blocco dei nervi periferici che innervano la parte da trattare.
Vi si ricorre soprattutto nel caso di interventi agli arti superiori o inferiori, garantendo al paziente minore stress rispetto all’anestesia generale, e un post-operatorio praticamente senza dolore.
L’anestesia loco-regionale ecoguidata. La storia di Gaia
L’anestesia loco-regionale è praticata in tutto il mondo da oltre un secolo, ma oggi sta vivendo una “seconda giovinezza” grazie alla recente introduzione dell’ecografo, ovvero degli ultrasuoni, una novità che ha contribuito ad aumentare l’efficacia e la sicurezza della procedura.
Fino a pochi anni fa, la tecnica adoperata per individuare il nervo da bloccare era l’elettrostimolazione: per essere sicuro che l’inziezione del farmaco andasse a buon fine, il medico doveva toccare direttamente il nervo tramite un ago-elettrodo, provocando dolore e andando quindi a compromettere la “missione” stessa dell’anestesista, che è quella di ridurre il più possibile il trauma e la sofferenza del paziente.
Con l’utilizzo dell’ecografo, invece, anziché procedere “alla cieca”, l’anestesista può visualizzare i nervi e l’anatomia del paziente sul monitor, e quindi spandere l’anestetico attorno al nervo. Questa tecnica comporta assenza di dolore e maggiore sicurezza, perchè consente di limitare il quantitativo di anestetico somministrato e soprattutto di controllare il percorso dell’ago verso il nervo.
L’intervento è durato circa due ore – racconta la mamma Angela – durante le quali Gaia ha continuato a vedere i suoi video su Youtube e soprattutto non ha sentito niente. Nessun trauma per l’anestesia. L’intervento è andato benissimo. I dolori per il post-intervento sono stati forti, è vero, ma sono durati solo un’ora e li abbiamo gestiti con una tachipirina. Nessun altro effetto collaterale legato alla somministrazione dell’anestetico.
Dal 2015 ad oggi in Santabarbara Hospital sono stati eseguiti più di 600 interventi ortopedici in anestesia ecoguidata, con particolare riscontro nella chirurgia pediatrica e traumatologica.
In ambito pediatrico i vantaggi sono numerosi:
Il piccolo paziente – spiega la Dottoressa Puglisi – non vive la preparazione all’anestesia e l’esperienza della sala operatoria in maniera traumatica: il suo digiuno pre-operatorio dura al massimo 5 ore, rimane sveglio durante l’intervento, di modo che la sua “quotidianità” non venga interrotta, può riprendere rapidamente l’alimentazione e non sperimenta alcun dolore nei giorni seguenti.
Abbiamo chiesto alla mamma di Gaia come sta oggi sua figlia.
A 20 giorni dall’intervento, Gaia sta bene: siamo riusciti a portarla in vacanza e a fare il bagno al mare in compagnia della fasciatura. La attende un lugno percorso riabilitativo ma siamo fiduciosi che avrà una conclusione positiva. La deve avere per forza, perché Gaia dovrà fare la ballerina con due braccia al loro posto!
Ringraziamo tutti tutti gli operatori, i medici, gli infermieri e gli OSS, che ci hanno sorriso in quei giorni. Noi crediamo più nella forza del sorriso che in quella delle parole.